Tipologia: Vino rosso
Denominazione: IGT Isola dei Nuraghi
Vitigni: Syrah 100%
Zona di produzione: Sardegna, Arzachena
Grado Alcolico: 14.50%
Formato: 0.75 Lt Standard
Affinamento: 12 mesi
IL VINO
Albóri di Làmpata è un syrah in purezza. Di questo vitigno, dalla straordinaria versatilità, Capichera ha ottenuto un’interpretazione esclusiva. Dai vigneti rivolti a maestrale viene fatta una scrupolosa selezione delle uve, e dopo 12 mesi di affinamento, Albóri di Làmpata è imbottigliato in pochissimi esemplari. Il nome significa alba di giugno: come l’alba più bella anche questo syrah, rosso con riflessi violacei, è un vino emozionante, complesso ed avvolgente, di eleganza incomparabile.
Di colore rosso carico con riflessi violacei, al naso è profuma di frutti a bacca nera, mora, amarena, liquirizia e violetta, con note di pepe nero.
All’assaggio ha una grande complessità aromatica con note balsamiche di mirto e macchia mediterranea, confettura, caffè, cuoio e dattero.
ABBINAMENTI
Pasta fresa al ragù di carne, selvaggina, agnello, carni rosse in preparazioni anche elaborate, tartufo e formaggi stagionati.
IL PRODUTTORE
Il nord della Sardegna è un’area particolarmente vocata alla viticoltura: è qui che negli anni settanta ha inizio la storia di Capichera, una realtà vitivinicola italiana che sorge incastonata fra le rocce granitiche della Gallura, ad Arzachena, in uno scenario naturale unico e di grande fascino.
Fu la prima cantina a valorizzare con notevole successo l’affinamento in barrique del Vermentino in purezza, proponendo una produzione di altissima qualità.
La passione, l’investimento di grandi risorse e il miglioramento del modello produttivo negli anni hanno definito nuovi ed elevati standard qualitativi, dando vita a vini di altissimo profilo, fortemente legati alla tradizione e alla filosofia del territorio gallurese.
Ogni etichettata Capichera è caratterizzata da una grande concentrazione estrattiva, un’elevata potenza alcolica e una spinta maturità del frutto.
“Nulla è più intimo e profondo che raccogliere i frutti della propria terra.” cit. Capichera.