Tipologia: Vino rosso
Denominazione: IGT Isola dei Nuraghi
Vitigni: blend di Carignano, vitigno autoctono e Syrah
Zona di produzione: Sardegna, Arzachena
Grado Alcolico: 15.0%
Formato: 0.75 Lt Standard
Affinamento: 12 mesi in barriques
IL VINO
L’obbiettivo di produrre vini rossi all’altezza dei suoi bianchi, ha spinto Capichera a selezionare negli anni i più noti vitigni autoctoni a bacca nera della Sardegna. Così nasce, nel 1997, Assajé: un blend di quegli autoctoni con una piccola percentuale di Syrah. È il desiderio realizzato di un vino elegante e profumato che tuttavia conserva potenza, struttura e identità.
Di colore rosso intenso con riflessi violacei, al naso rivela una splendida fusione di note eteree e vinose, dove si avvertono a tratti, frutti neri, ciliegia sotto spirito, mora, mirto, spezie, eucalipto, cacao e note salmastre
All’assaggio è pieno, caldo, sapido, con frutto maturo ricco e concentrato e fine tessitura tannica; il finale è lungo e persistente.
ABBINAMENTI
Pasta al sugo di carne, carne rossa in umido o grigliata, selvaggina, formaggi stagionati.
IL PRODUTTORE
Il nord della Sardegna è un’area particolarmente vocata alla viticoltura: è qui che negli anni settanta ha inizio la storia di Capichera, una realtà vitivinicola italiana che sorge incastonata fra le rocce granitiche della Gallura, ad Arzachena, in uno scenario naturale unico e di grande fascino.
Fu la prima cantina a valorizzare con notevole successo l’affinamento in barrique del Vermentino in purezza, proponendo una produzione di altissima qualità.
La passione, l’investimento di grandi risorse e il miglioramento del modello produttivo negli anni hanno definito nuovi ed elevati standard qualitativi, dando vita a vini di altissimo profilo, fortemente legati alla tradizione e alla filosofia del territorio gallurese.
Ogni etichettata Capichera è caratterizzata da una grande concentrazione estrattiva, un’elevata potenza alcolica e una spinta maturità del frutto.
“Nulla è più intimo e profondo che raccogliere i frutti della propria terra.” cit. Capichera.